Reliquiario a statua della Vergine con Bambino

Titolo
Reliquiario a statua della Vergine con Bambino
Localizzazione
Svizzera / Sion / Museo di storia del Vallese
Proprietà
Sion, Musée d'histoire du Valais
Provenienza
Chiesa di Bourg-Saint-Pierre
TAG
religioso, scultura
Secolo
XVI
Periodo
inizio secolo
Inventario
MV 12735
Materia
legno di tiglio (?)
Tecnica
legno intagliato, dipinto
Misure
cm 117 (a) x 37,5 (l) x 28 (p)
Bibliografia
Art valaisan dans les paroisses du Saint-Bernard (Martigny et Entremont), exposition du 13 juin au 4 octobre 1964, Martigny, p. 54, N°253 et pl. 29. Louis Moret-Rausis, Bourg-Saint-Pierre, 1956, p. 78. Trésors d’art ancien, exposition à la maison de la Diète de Sion, mai-octobre 1953, p. 31 (vraisemblablement N°133). “L’église de Bourg-Saint-Pierre”, dans AA. DD., Bourg-Saint-Pierre, 250 ans de l’église, Bourg-Saint-Pierre, 1989, pp. 6-7.
Note storiche
Comprata da un privato al parroco di Bourg-Saint-Pierre (Vallese, Svizzera) negli anni ’50 del Novecento, la scultura è in seguito stata acquistata dal Museo di storia del Vallese nel 2012. Realizzata in legno policromo – probabilmente di tiglio – la scultura rappresenta una Vergine col Bambino con le seguenti caratteristiche: è incoronata, è coperta da un mantello dorato e foderato di blu, porta un vestito marrone ricoperto di piccoli fiorellini dorati e una cintura sul ventre. Nella parte bassa del mantello, è scolpita una mezzaluna che raffigura la metà di un volto. In mezzo al petto della Vergine, è scavata una nicchia circolare utile a contenere delle reliquie. La Vergine porta il Bambin Gesù con la mano sinistra e con la destra ne sorregge il piede destro. Il Bambino, nudo, tiene con la sua mano sinistra una sfera dorata, bucata in cima. La sua mano destra è andata perduta. L’analisi conservativa e il restauro realizzati nel 2013 hanno permesso di stabilire lo stato originale della statua e di definire la portata degli interventi apportati nei secoli successivi: in origine, presentava una policromia di qualità realizzata a tempera, con delle dorature e argentature all’acqua. Il girocollo del mantello e la corona della Vergine erano ornati con delle aggiunte probabilmente mettaliche. Dopo diverso tempo, forse nel XIX secolo, la statua riceve une nuova decorazione dipinta, questa volta di bassa qualità e realizzata con pittura a olio, con ritocchi alle dorature e argentature. È in questa occasione che i capelli della Vergine e del Bambino – biondi all’origine – sono ricoperti di pittura marrone, poi tolta durante il restauro del 2013. Nel XX secolo, la statua è stata oggetto di un de-restauro parziale: l’azione del solvente decapante ha rimosso sia il sovrapinto oleoso degli incarnati e della doratura (XIX s.) e sia la colorazione originale dei volti. Per questa ragione, i visi del gruppo scultoreo si presentano, oggi, decisamente pallidi. La statua proviene dalla Chiesa di Bourg-Saint-Pierre, ma si ignora la sua ubicazione originale all’interno della chiesa. Lo spazio cavo all’interno della statua, l’apertura presente sulla schiena, la nicchia reliquiaria – già prevista durante la concezione della scultura, stando al rapporto del 2013 –, ci permettono di dire che si trovava contro un muro e sopra un altare, oppure faceva parte di un insieme più grande – un polittico – e, nei due casi, doveva fungere da statua reliquiaria. Dal punto di vista iconografico, la mezzaluna ai piedi della Vergine rimanda alla « donna » dell’Apocalisse descritta da San Giovanni : « vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle » (12,1). Questa nuova iconografia associata al credo dell’Immacolata Concezione della Vergine, concetto che sarà molto dibattuto nel XV secolo, è comparsa nel XIV secolo, principalemente nel Nord Europa, e si è largamente diffusa nel mondo germanico nel corso dei due secoli successivi. Il motivo a forma di conchiglia delle pieghe al di sopra della cintura, cosi come lo stile dei cappelli, avvicinano la scultura di Bourg-Saint-Pierre ad un’altra del Museo di storia del Vallese, probabilmente raffigurante Santa Caterina (1480-1500, MV 2378). Comparando queste due opere a statue provenienti dalla Franconia e dalla Svevia (ad esempio: Annuciazione, Monaco, Bayerische Nationalmuseum, seconda metà del XV secolo, Nr. 110-964 ; Santa, Parigi, Musée du Louvre, fine del XV secolo, R.F. 1824), è possibile iscrivele a una corrente stilistica molto feconda nella Germania del Sud e nella Svizzera occidentale tra la seconda metà del XV e l’inizio del XVI secolo. In particolare, l’eleganza della silhouette, il leggero contrapposto e la delicatezza dei tratti del volto avvicinano la statua di Bourg-Saint-Pierre alla scultura sveva della cerchia dell’artista Gregor Erhart (inizio XVI s.). Il paragone con il volto della Santa Maddalena conservata al Louvre (intorno al 1510, R.F. 1338), ne è prova più significativa.
Esposizioni/Mostre
Collectionner au cœur des Alpes, mostra permanente, Museo di storia di Sion. L’art valaisan dans les paroisses du Saint-Bernard (Martigny et Entremont), mostra dal 13 giugno al 4 ottobre 1964, Martigny. Trésors d’art ancien, mostra da maggio a ottobre 1953, Maison de la Diète di Sion.

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