Cristo nel sepolcro

Titolo
Cristo nel sepolcro
Localizzazione
Svizzera / Sion / Museo di storia del Vallese
Proprietà
Sion, Musée d'histoire du Valais
TAG
religioso, scultura
Secolo
XIV
Periodo
secondo quarto
Inventario
MV 6379
Materia
legno di tiglio legno di larice (sepolcro)
Tecnica
legno intagliato, dipinto
Misure
cm 76 (a) x 19,5 (l) x 12,5 (p) cm 83,7 (a) x 26,7 (l) x 13,3 (p) (sepolcro)
Bibliografia
Futterer I., Zur Plastik des 14. Jahrhunderts in der Schweiz, ASA, XXVIII, 1926, p. 236, fig. 6. Futterer I., Gotische Bildwerke der deutschen Schweiz, Augsburg 1930, p. 158, n° 53. Meyer de Weck M., Christ au sarcophage. Rapport final de restauration, Sion 1986. Golay L., in Les sculptures médiévales. La collection du Musée cantonal d’histoire, Sion, Losanna 2000, pp. 122-129, n. 12.
Note storiche
L’iconografia del Cristo morto fece la sua comparsa in Germania alla fine del XIII secolo, per poi diffondersi nella seconda metà del secolo successivo nella Germania meridionale, in Carinzia, nella Svizzera centrale, fino alla Scandinavia; per quanto riguarda la Svizzera occidentale e la zona alpina si sono conservati alcuni esemplari nel Vallese, nella Valle d’Ossola, in Valle d’Aosta e a Friburgo, seguendo una diffusione geograficamente analoga a quella delle Madonne con Bambino del XIII secolo. Il Cristo morto del Musée cantonal d’histoire risente dell’eredità stilistica del Cristo del convento dei cistercensi de la Maigrauge, scultura dalla quale dipenderebbe anche il Cristo di Burgenstock (NW). L’immagine del Cristo morto (Grabbild) era impiegata nei riti lturgici della Settimana santa, durante le celebrazioni della Depositio; in tale occasione la scultura veniva portata in processione fino all’altare e deposta in un sepolcro di legno o pietra. L'opera è composta da sette elementi: il corpo, la parte inferiore della gambe, gli avambracci con le mani e le dita dei piedi. L’opera è stata interessata da numerose ridipinture; la policromia attuale risale al XVIII secolo. Bottega dell'Alto Vallese (?)

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